I seguenti trend guidano le nostre scelte e le azioni del Piano Industriale 2021-2030 secondo i due pilastri dell’Economia Circolare e della Transizione Energetica.
Attualmente più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e questa tendenza continuerà ad aumentare. Lo sviluppo delle città comporta la necessità di creare nuove infrastrutture sostenibili di trasporto, di telecomunicazioni, idrauliche, energetiche e ambientali, anche con logiche digitali per abilitare le Smart Cities.
Con la crescita della popolazione mondiale aumenta anche lo stress sulle limitate risorse naturali del pianeta. Questa enorme sfida per la gestione delle risorse non è alimentata solo dalla crescita demografica in sé, bensì anche da come e dove avviene questa crescita.
La grande disponibilità di dati e l’avvento dei social media stanno diventando driver importanti nella costruzione della domanda di prodotti a basso impatto ambientale e sociale, accelerando la transizione verso un modello di economia circolare. I consumatori consapevoli possono essere impegnati a utilizzare e smaltire i prodotti in modi sostenibili e partecipare in modo più efficace al sistema di logistica inversa. Idealmente, i consumatori di oggi possono diventare i fornitori di domani nel sistema circolare. Questo trend offre alle aziende l’opportunità di creare nuovo valore condiviso e di aumentare gli standard di qualità lungo tutta la catena del valore del prodotto.
Un modello economico che si basa sulla condivisione di beni e risorse nel quale la facilità e rapidità di accesso all’esperienza, hanno per il consumatore più valore della proprietà. Le aziende che meglio integreranno questo business model di green economy avranno opportunità di ottimizzare la gestione degli approvvigionamenti, eliminare gli sprechi dal sistema e creare nuovo valore aziendale.
Il decennio 2011-2020 è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 1,1ºC al di sopra dei livelli preindustriali nel 2019. Un aumento di 2ºC rispetto alla temperatura dell'epoca preindustriale è associato a gravi impatti climatici negativi, potenzialmente catastrofici, sull'ambiente naturale e sulla salute. Per questo motivo la comunità internazionale ha riconosciuto la necessità di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC. In questo contesto, è necessario che l’industria continui e acceleri il percorso di transizione energetica e di decarbonizzazione per limitare il suo impatto sul clima e sul territorio.
Le aziende devono sviluppare azioni mirate a ridurre l’impronta ambientale come le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra, ad esempio investendo per incrementare l’uso di energie rinnovabili e per promuovere la mobilità sostenibile.
La crescente penetrazione delle FER (Fonti Energia Rinnovabile) porterà, oltre che alla riduzione delle emissioni di CO2, una maggiore volatilità della produzione di energia, soprattutto in condizioni climatiche avverse. Per questo sarà necessario sviluppare sistemi energetici flessibili in modo da garantire la continuità dei servizi, grazie all’utilizzo di soluzioni in rapido sviluppo, quali batterie a idrogeno.
La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica applicate all’industria avranno un impatto profondo, abilitando nuovi modelli di business che faranno leva su big data, analytics e intelligenza artificiale.
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