Il termovalorizzatore di Milano “Silla 2”, che si trova nella zona nord-ovest di Milano, rappresenta un perfetto esempio di economia circolare: dalla combustione dei rifiuti non riciclabili come materia, infatti, viene generato vapore per produrre energia elettrica e termica per la chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti.
Le tre linee dell’impianto sono in grado di trattare annualmente circa 550.000 tonnellate di rifiuti provenienti in larga parte dalla città di Milano e dai comuni limitrofi, evitando l’emissione di oltre 400.000 tonnellate di anidride carbonica da fonti fossili.
La produzione di calore permette di alimentare la rete di teleriscaldamento che serve diversi quartieri di Milano ovest ed il polo Fiera Rho-Pero.
L’impianto di Silla 2 entra in esercizio nel 2001; dall’inizio della sua vita operativa il termovalorizzatore ha trattato circa 11 milioni di tonnellate di rifiuti, corrispondenti approssimativamente alla dimensione di tre grosse discariche, il ricorso alle quali è stato evitato proprio grazie all’attività di termovalorizzazione.
I rifiuti indifferenziati e gli scarti da trattamento non riciclabili come materia vengono conferiti al termovalorizzatore e scaricati nella vasca di raccolta e miscelazione, dalla quale vengono poi caricati per il loro recupero energetico nelle caldaie delle tre linee di combustione, la cui temperatura è regolata a circa 1.000 gradi.
Il calore prodotto dalla combustione genera vapore ad alta pressione, che viene immesso in un turbogeneratore per la produzione di energia elettrica e, dopo aver alimentato le turbine, il vapore, meno caldo e a pressione più bassa, viene utilizzato per scaldare l’acqua che alimenta la rete di teleriscaldamento della città.
L’impianto è dotato di un sistema di depurazione fumi a secco ritenuto uno dei migliori disponibili, realizzato con criteri tali da ottenere la massima sicurezza e continuità di funzionamento.
Il termovalorizzatore è stato realizzato utilizzando le tecnologie più avanzate, per garantire la massima tutela dell’ambiente nell’ottica della chiusura virtuosa del ciclo di gestione dei rifiuti. L’attenzione per l’ambiente è confermata dagli investimenti destinati ai sistemi di protezione ambientale e di depurazione dei gas di combustione.
La gestione dell’impianto ha l’obiettivo di massimizzare il recupero degli scarti del processo: dal processo di combustione dei rifiuti si originano, infatti, residui inerti di combustione che si depositano sul fondo griglia delle caldaie, le cosiddette “ceneri pesanti” e residui derivanti dal trattamento fumi, anche dette “ceneri leggere”.
Le ceneri pesanti, costituite da inerti e metalli, vengono inviate a recupero in impianti dedicati in cui viene recuperata la frazione ferrosa, quella non ferrosa, e la frazione residua per il suo utilizzo in edilizia consentendo un ulteriore recupero di materia.
Le ceneri leggere si generano principalmente a seguito del trattamento di depurazione dei fumi e sono di due tipologie: ceneri trattenute dal sistema di depolverazione che, previa inertizzazione, vengono recuperate principalmente nelle miniere di salgemma come riempimento, e ceneri trattenute dai filtri di abbattimento degli inquinanti acidi, che vengono avviate a recupero in impianti in grado di rigenerare i reagenti utilizzati nel processo.
È sempre in funzione un sistema di controllo del funzionamento e dell’efficienza del processo e ciascuna delle tre linee di combustione viene verificata con fermate periodiche programmate.
Il controllo delle emissioni avviene tramite un sistema di monitoraggio h24, con strumentazione posta all’interno del camino. I dati sono consultabili di seguito e sul totem informativo presente all’entrata dell’impianto.
Al nostro monitoraggio continuo si aggiungono le analisi periodiche di laboratori esterni certificati, le ispezioni delle Autorità preposte come ARPA e le verifiche del Comitato Tecnico Scientifico, a seguito dell’accordo con i comuni limitrofi.
Infine, il sistema per il controllo dei rifiuti in ingresso ad elevata sensibilità è in grado di individuare ed isolare anche piccole quantità di rifiuti non conformi.
In accordo con i comuni limitrofi, le Relazioni Annuali, redatte ai sensi del comma 5, art. 237-septiesdecies del D.Lgs. 152/2006, sono disponibili ai seguenti link:
- Relazione annuale 2020
- Relazione annuale 2021
- Relazione annuale 2022
- Relazione annuale 2023
Il Termovalorizzatore di Milano ha ottenuto la certificazione ISO 9001, riguardante l’efficacia e l’efficienza dei processi di trattamento rifiuti e recupero energetico dagli stessi, la certificazione ISO 14001 relativamente alle prassi operative attuate nel Termovalorizzatore per il miglioramento continuo delle sue prestazioni ambientali; inoltre, per rafforzare il proprio impegno ambientale, ha ottenuto la Registrazione EMAS nel 2007, dimostrando il costante impegno nel rispetto dell’ambiente e delle leggi applicabili.
Tra i requisiti EMAS rientra la redazione annuale della Dichiarazione Ambientale: uno strumento di comunicazione e di interazione con i cittadini, gli amministratori locali e tutte le parti interessate per diffondere e condividere l’impegno verso il raggiungimento delle proprie prestazioni ambientali, con costanti obiettivi di miglioramento continuo.
Il Termovalorizzatore di Milano, insieme a tutti gli altri nostri impianti, ha implementato e mantiene attiva la certificazione ISO 45001, per la riduzione dei rischi per la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori interni ed esterni che operano presso gli impianti.
Nel 2017 il Termovalorizzatore di Milano, insieme ai Termovalorizzatori di Brescia e di Corteolona, ha ottenuto la certificazione ISO 50001, per il costante miglioramento dell’uso razionale dell’energia e per gli interventi migliorativi per l’efficienza energetica degli impianti attuati.
Le origini dell’impianto sono da ricercare nella metà degli anni ‘90. A differenza dei tempi attuali, durante quegli anni la raccolta differenziata a Milano si attestava su percentuali minime; in base ai dati del 1995, ad esempio, la città smaltiva annualmente 400.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato in discarica e circa 200.000 venivano inviate ai due piccoli impianti di termovalorizzazione cittadini esistenti, che operavano ai limiti della loro capacità.
La decisione della chiusura della discarica di Cerro Maggiore durante l’autunno del 1995 fece precipitare la situazione e obbligò le autorità a trovare in tempi rapidi una soluzione alternativa. AMSA decise quindi di incrementare in maniera decisiva il sistema di raccolta differenziata e aprire alcuni impianti di trattamento, incluso un nuovo termovalorizzatore denominato “Silla 2”, più grande ed efficiente, per sostituire i due piccoli impianti esistenti.
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