Energia pulita per combattere l’anticiclone Cerbero. Se a Ercole, il celebre eroe della mitologia greca, furono sufficienti le braccia vigorose da semidio per sottomettere il cane a tre teste, noi dobbiamo, giocoforza, ricorrere a ingegno e innovazione per sconfiggere in modo sostenibile l’ondata di caldo che proprio dalla spaventosa bestia ha ereditato il nome.
Per fronteggiare l’anticiclone arrivato dall’Africa, che sta facendo schizzare le temperature delle città italiane ben al di sopra dei 30 gradi, è stato necessario ricorrere a un notevole aumento dei consumi di energia elettrica, dovuti anche a utilizzi non sempre efficienti dei sistemi di climatizzazione tradizionali. Basti pensare che lo scorso 27 giugno a Milano si è raggiunto il picco annuale del consumo cittadino di energia, con una crescita del 40% rispetto all’inizio del mese.
In realtà l’arma per contrastare il caldo senza mettere a dura prova la rete elettrica l’abbiamo già. Parallelamente al teleriscaldamento, che da tempo rappresenta una risorsa importante per riscaldare le abitazioni, negli ultimi tempi è nato il suo corrispettivo estivo, il teleraffrescamento.
Si tratta di un sistema che trasforma l’energia termica in energia frigorifera e attraverso le reti permette di raggiungere le abitazioni e abbassare le temperature interne. Questo servizio è rivolto in particolar modo a condomini, grandi edifici e comparti residenziali di nuova costruzione che dispongono di un sistema centralizzato del freddo, ed è reso possibile utilizzando le stesse infrastrutture che già alimentano il teleriscaldamento. La possibilità di installazione dipende dalla soddisfazione di determinati requisiti tecnici.
“Il teleraffrescamento è un sistema che trasforma l’ energia termica in energia frigorifera e la trasporta nelle abitazioni”
Grazie al teleraffrescamento è possibile dunque rinfrescare le case riutilizzando l’energia generata da altri processi, secondo i principi dell’economia circolare. Si tratta principalmente di fonti rinnovabili, ma anche del calore recuperato dai cicli produttivi industriali e dal trattamento dei rifiuti.
Questo metodo sostenibile è alla base del riscaldamento, e del raffreddamento, degli ambienti di un intero quartiere di Milano. Si tratta di un nuovo complesso abitativo costruito nella parte ovest della città, dove le infrastrutture già usate per il teleriscaldamento stanno alimentando il teleraffrescamento di 10.000 metri quadrati di negozi, 30.000 metri quadrati di uffici e 500 nuovi appartamenti. Per alimentare questo servizio, grazie all’accordo con A2A Calore e Servizi, viene recuperato il calore generato dal termovalorizzatore di Silla. In questo modo si risparmiano fino a 800 tonnellate annue di CO2 rispetto all’utilizzo di fonti tradizionali di climatizzazione.
Per dare l’idea delle dimensioni dell’area coinvolta da questa forma di alimentazione sostenibile, prendiamo ad esempio la zona dell’Expo: un milione e centomila metri quadrati che hanno ospitato i padiglioni dell’esposizione internazionale nel 2015. Torniamo ora nel nuovo quartiere a ovest della città e sommiamo i metri quadrati di appartamenti - le case in Italia sono grandi di media 117 metri quadrati - negozi e uffici che costituiscono questo spazio di rigenerazione urbana: l’area alimentata dal teleraffrescamento risulta così 53 volte la superficie dell’Expo.
Il teleraffrescamento è dunque una valida alternativa per rinfrescarsi in questi giorni di afa e ridurre al tempo stesso l’impatto ambientale. Il nuovo quartiere interamente alimentato con questo servizio è infatti quasi a emissioni zero, grazie alla rete di tubature che collegano le abitazioni e i negozi con lo scambiatore di calore che sostituisce la caldaia. Un modo diretto per ridurre le emissioni di CO2. Un impegno che dobbiamo al Pianeta.
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